Riprendo questa nota da una discussione nel gruppo facebook “Cinofilosofia questa sconosciuta”, dove è stata posta la questione del cane come animale “innaturale” in quanto frutto della selezione di razza operata dall’uomo.

Personalmente, concordo sul fatto che le razze siano una roba sostanzialmente innaturale. Non ho mai nascosto il fatto che per quel che mi riguarda le razze canine potrebbero scomparire domani (o meglio ancora ieri) e il mondo sarebbe un posto migliore, soprattutto per i cani.

Concordo molto meno sul fatto che “i cani”, come specie, siano animali innaturali.

Il primo motivo è che quando parliamo de “i cani”, dobbiamo pensare che la stragrande maggioranza dei cani che vivono sul pianeta, sono meticci e sono liberi.

Riporto un articolo a questo proposito, lungo ma molto interessante (sperando che l’inglese non sia un problema).
https://www.nytimes.com/2016/04/19/science/the-world-is-full-of-dogswithout-collars.html?fbclid=IwAR3thK4hV4ceIyYvBAxFUkM3steV9YoCCGJbx3Bu4RGbZPiBb6B3zvJ4Mqc

In ciccia ci ricorda che la stragrande maggioranza dei Cani non ha un “padrone” umano, vive libero anche se in prossimità con l’uomo, e questo fatto non deve essere ignorato se si vuole capire effettivamente che animale sia il Cane: non ha alcun senso pensare che le razze canine siano la rappresentanza della specie.

Il secondo motivo è che anche nei cani di razza, la selezione umana ha apportato dei cambiamenti che modificano gli strati più “superficiali” del loro essere Cani: gli strati superficiali sono i più “visibili”, i più facilmente “raggiungibili”, che è esattamente quello che serve alla pragmatica e disincantata specie umana, per poter usare altri individui per i propri scopi.

Tuttavia, lavorare insieme ai cani in un certo modo ci permette di osservare che nella gran maggioranza dei casi è possibile “recuperare”, del tutto o in parte, la completezza che la selezione di razza ha cercato di decurtare, andando quindi a compensare le lacune e le esasperazioni caratteristiche delle varie razze (per far emergere determinati comportamenti la selezione va di fatto a lavorare sulle motivazioni, riducendo quelle non utili al lavoro che si vuole che il cane svolga, ed esasperandone altre).

Poiché è abbastanza certo e palese che nessun essere umano potrà mai realmente insegnare a un cane ad essere cane, se ne deduce che le caratteristiche di specie restano, sotto la “crosta” della razza, e il lavoro di un buon educatore cinofilo, che miri al benessere del cane, sarà quello di far riemergere le caratteristiche sopite e aiutare il cane a modulare quelle esasperate, in modo da riportare l’individuo a poter esprimere in modo armonioso e completo il massimo possibile della sua “caninità”… o per lo meno, così è per me.

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